Nashira Gallery ospita la mostra Sinai Phone dell’artista campano, classe 1987, Emanuele Resce, visitabile dall’8 febbraio al 28 marzo 2024.
Per l’occasione, l’artista ha esposto la sua ultima produzione costituita da sculture e installazioni a parete realizzate con l’assembramento di materiali di scarto. Queste rappresentano una speculazione materica – e quindi non umana – sull’umanità e sulla circolarità del tempo (passato, presente, futuro).
Gli elementi di cui le opere si compongono sono argilla e ferro, ma risultano ricorrenti anche ossa di animali, rottami di auto e biciclette, adesivi e bombolette spray, in un’unione tra l’antico (di cui Resce, in particolar modo dei testi, è sempre stato appassionato studioso) e il contemporaneo, il naturale e l’artificiale, l’elemento rurale e quello urbano.
I lavori che risultano da questa congiunzione di mondi differenti assumono profili non riconoscibili, quasi mostruosi, davanti a cui lo spettatore, avvolto in uno scenario quasi apocalittico che testimonia la vita esistita fino ad oggi, si chiede a cosa sta assistendo: è un inizio o è una fine? L’artista però non vuole fornirgli delle risposte, ma creare una testimonianza: molta vita è esistita e chissà quanta ancora ne esisterà, ma è una vita che va al di là dell’elemento umano e della nostra comprensione.
Sinai Phone, installation view, 2024, foto: m3studio