La Profezia
Dal 24.11.2022 al 24.02.2023
La mostra collettiva La Profezia è stata la prima mostra che ha avuto luogo presso Nashira Gallery dal 24 novembre 2022 al 24 febbraio 2023.
Come più voci polifoniche possono comporre un’unica sinfonia, allo stesso modo a questa mostra hanno dato vita sei differenti voci artistiche. I lavori esposti, in dialogo fra loro, sono stati realizzati da due giovani artisti emergenti che la galleria rappresenta – Andreas Zampella, Andrea Grotto – e quattro autori di rilievo internazionale già pienamente affermati, le cui opere sono parte della importante collezione privata Collezione 54 – William Kentridge, Wim Botha, Teresa Kutala Firmino, Mafafi Kimathi.
In un mondo sempre più variegato e complesso, c’è sempre più bisogno di figure guida.
Quali migliori profeti degli artisti e delle loro profezie visive?
Ad aprire la mostra, la video-opera sonora del noto artista sudafricano William Kentridge (Johannesburg, 1955) Waiting for the Sibyl. Ispirato dal movimento e dalla rotazione delle opere di Calder, Kentridge rievoca la figura della Sibilla che, interrogata, trascriveva gli oracoli su foglie di quercia. I vaticini, disperdendosi e ruotando al vento dell’antro di Cuma, confondevano i destini, diventando simbolo d’incertezza e del tempo incontrollabile che fluisce, muta e ritorna.
L’opera di Kentridge viene idealmente scomposta nella mostra dai lavori degli altri artisti: “Il sipario verde” di Zampella, “la Sibilla” di Kimathi e Firmino, “I vaticini” indossabili di Andrea Grotto (Salerno, 1989) accompagnano il visitatore in un percorso immersivo verso la visione e le atmosfere coinvolgenti del capolavoro del maestro sudafricano.
Le opere selezionate rimandano tutte al mondo della profezia ed instaurano tra loro una lunga catena di rimandi, riscontrabili in certi casi nei materiali, in altri per i soggetti, in altri ancora per i valori di cui si fanno portatori. Come il video di Kentridge ha come sfondo le pagine del dizionario, così le due opere di Wim Botha (Pretoria, 1974) esposte in mostra, una bianca ed una nera, si compongono di pagine di libri, tecnica che contraddistingue tutto il suo operato artistico.
Una connessione molto forte lega con quella di Kentridge anche le opere di Teresa Kutala Firmino (Pomfret, 1993) e Mafafo Kimathi (Kimberly, 1984).
Le due artiste – il cui lavoro è profondamente legato dalla cultura africana che le accomuna e dalla volontà di ritrarre forme femminili nere – rappresentano con media differenti, l’una con il ricamo, l’altra con il collage, due volti di donna africana, come africana era la Sibilla di Kentridge.
Come inizio e come fine della mostra due opere di Andreas Zampella (Salerno, 1989). Due sipari. Il primo, già citato, Sipario verde ci invita nello spazio, il secondo, la tela Applausi, pone fine al percorso, facendo un plauso al capolavoro di Kentridge e, contestualmente, ai visitatori.